Seo copywriting, che cos’è?
Che cos’è la Seo?
Cominciamo con lo spiegare che cos’è la seo.
Innanzitutto, seo è un acronimo e sta per “search engine optimisation”. In pratica, è un modo per stare nelle prime posizioni sui motori di ricerca.
Ora, il 97% delle persone, almeno in Italia, utilizza Google per fare le proprie ricerche (Fonte: Google SEO. Strategie e tecniche mobile e desktop per siti ed e-commerce. Autore: Federico Ziero).
Seo copywriting, che cos’è?
Se ne ricava che il seo copywriting è un modo di scrivere per stare in cima alle posizioni di Google. Una tecnica, quindi.
Pertanto, dobbiamo scrivere come piace a Google? Sì. Peccato che a Google, da qualche temo, piaccia ciò che piace alle persone.
In altre parole, quando scriviamo un testo dobbiamo tenere conto che lo leggerà una persona umana. Per questo, dobbiamo fare in modo che lo trovi il più gradevole e utile possibile.
Che cosa intendo per gradevole? Fluido, scritto con un linguaggio naturale, bello, senza errori di ortografia o di sintassi e senza refusi.
E che cosa intendo per utile? In grado di rispondere dare una risposta esauriente a chi ha cercato qualcosa sul web.
Giorgio Taverniti parla spesso di contenuti pertinenti. Significa che la mia pagina deve dare più informazioni possibili. Lui fa l’esempio dei cani. A chi fa questa ricerca, dice, interessa conoscere le razze e le loro caratteristiche, sapere che cosa mangiano, come ci si deve approcciare eccetera.
Quindi, la risposta alla domanda “che cos’è il seo copywriting?” può essere: “è un tipo di scrittura che segue alcune regole e che pensa al lettore”.
Che cosa avviene?
Una persona fa una ricerca. L’algoritmo di Google (ma anche quelli degli altri motori, seppur meno efficaci) le presenta un elenco di contenuti ordinandoli in modo decrescente. Più un contenuto si trova in alto e più, secondo Google, è in grado di soddisfare l’intento di ricerca di quella persona.
Ad esempio, chi cerca “come armare il cane” vuole sapere una cosa diversa rispetto a chi cerca “come accarezzare il cane” e Google “capisce” che la parola cane ha due significati diversi. Pertanto, nella prima serp (l’elenco delle pagine) troveremo contenuti che parlano di armi e nella seconda contenuti inerenti al cane come animale.
Quello che vuole sapere l’utente si chiama intento di ricerca e più avanti vedremo che ne esistono più categorie: navigazionale, commerciale, informazionale, transazionale e locale. Meno generici siamo nella query, cioè in quello che si scrive nella banda bianca, e più aiutiamo Google & C. a capire che cosa c’interessa.
Questo mi permette d’introdurre un tema che riprenderò più avanti: non esiste una lunghezza ideale standard dei testi: per alcune query bastano tre parole e per altre occorrono articoli molto lunghi. Lo dicono anche in un video di Semrush.
Se avete aperto questo articolo, significa che ho lavorato abbastanza bene in termini di seo e che qualcosa vi ha spinto a cliccare.
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