L’importanza del naming

Mars 2020 Rover Name Announcement (NHQ202003050018)

In questo articolo vediamo quanto è importante il naming, il ramo del marketing che si occupa di dare i nomi alle aziende, ai prodotti, alle linee di prodotto e ai servizi. Chi lo fa deve tenere conto di quattro fattori:

  1. Qual è la natura del soggetto per cui bisogna trovare il nome? (che cosa fa, è innovativo o è tradizionalista, è classico o è moderno, è formale o è informale)?
  2. Che immagine vuole dare di sé?
  3. A chi si rivolge?
  4. Dove opera?

INFORMAZIONI GENERALI

Ci sono diversi gruppi di nomi per aziende, le due categorie più importanti sono quelle descrittive e quelle evocative.

I nomi descrittivi si concentrano sulla descrizione del prodotto, mentre quelli evocativi rimandano al prodotto senza citarlo direttamente.

I nomi evocativi possono essere reali (Amazon, un richiamo alla grandezza del Rio delle Amazzoni) o inventati (Kodak, che riproduce il suono della macchina fotografica).

È possibile che a volte le aziende decidano di utilizzare nomi di persone a loro care (Mercedes)  e se stessi (Rana, Amadori)  o che indirettamente possano rimandare al prodotto come ad esempio MastroLinro, Chiara (una bolletta) o Virgilio (motore di ricerca).

Un altro metodo è quello degli acronimi. La loro funzione ha il compito di prendere le lettere iniziali di diverse parole al fine di creare una sigla corta e riconoscibile. FIAT significa Fabbrica italiana automobili Torino.

Analogamente, alcuni nomi, soprattutto di prodotti, fanno riferimento al territorio. Pensiamo ai gianduiotti. Ma anche ai vari progetti fatti a Milano il cui nome finisce in -Mi.

E poi, ecco i giochi di parole e di suoni. Q8 si pronuncia come Kuwait. O, ancora, il movimento L’8 Marzo.

Abbiamo poi le fusioni di nomi. Come Sampdoria, che unisce Sampierdarenese e Andrea Doria.

IN QUALE LINGUA?

I Måneskin hanno scelto di utilizzare un nome danese che significa chiaro di luna perché una componente del gruppo musicale ha origini danesi.  È importante dirlo perché hanno fatto una scelta originale. Infatti, di solito si opta per il latino, per l’inglese e, naturalmente, per l’italiano. Massimo massimo per francese, greco o per quelli che vengono vengono impropriamente chiamati dialetti.

Invece, Wikipedia fonde hawaiano e greco.

Come abbiamo visto all’inizio, un’azienda, attraverso il nome, deve trasmettere l’idea di ciò che è e propri valori.  Questo vale anche per i suoi prodotti o per le sue linee di prodotti (un’azienda può benissimo produrre diversi tipi di prodotti, rivolgendosi con ognuno a un target specifico). Un cambio di tipologia di nome di solito indica una modifica nella strategia di marketing. Infatti, il naming serve anche ai fini del branding o del rebranding. La scelta di parole straniere può essere indicativa.

COSE DA NON FARE (FORSE)

In base alla propria cultura alcune parole o frasi possono risultare con significati completamente differenti. Ad esempio burro in italiano è un prodotto alimentare mentre se lo si utilizza in Spagna o in Portogallo ci si riferisce all’asino. Un semplice errore può causare un malinteso non da poco!

Alcuni esperti  di naming sconsigliano di inserire nel nome sigle come SNC, srl eccetera. Se non altro per evitare problemi qualora cambi il tipo di società.

Un’altra cosa che viene sconsigliata è legare ilnome a un luogo geografico e a un tipo di prodotti perché possono essere vincolati. Su questo punto io sono meno rigido. Infatti, ci sono esempi di aziende che lo fanno e non sono vincolate a quel luogo e vendono anche altro. VI sembra che Lambretta non sia un nome accattivante?

FONOSIMBOLISMO E NAMING

Suoni e i colori possano essere associati a certe lettere come per esempio suoni più morbidi vengono attribuiti a conformazioni geometriche come cerchio e linee curve, mentre, al contrario, i suoni più duri sono attribuiti al triangolo o a linee rette (cfr l”esperimento Bouba-Kika e la poesia di Rimbaud “Le vocali”).

Il fonosimbolismo è la teoria secondo cui esiste un legame tra i suoni e la rappresentazione della realtà.

Ci sono quattro tipi di fonosimbolismo. Prima di vederli, preciso  che questo discorso riguarda solo una parte delle parole (i significanti) che rimangono comunque una convenzione. Una convenzione su cui i suoni hanno una certa influenza.

1) Mimetico. Rientrano in questa categoria le espressioni che cercano di riprodurre i suoni della realtà.  Ad esempio, tic tac in riferimento  al rumore dell’orologio o ping pong.  A dire il vero, non si tratta di una riproduzione pura perché è mediata dalla lingua. Ad esempio, in italiano il cane fa bau bau ma in inglese fa aarf.

2) Fisico. Associamo la lettera a e la lettera o a oggetti grandi e associamo la lettera i a oggetti piccoli. Associamo la lettera b alla alla rotondità e associamo la c dura (k) alla durezza e alla spigolosità. Anche la p e la t sono viste come dure. Infatti, quando si vuole fare la caricatura dell’accento tedesco si utilizzano molto (le b diventano p e le d diventano t). Tuttavia, anche la t, la d, la g di gatto e la r trasmettono una sensazione di durezza.

Al contrario, la c di ciliegie e la g di gelato sono dolci.

Ugo Iginio Tarchetti ha scritto un racconto il cui protagonista afferma che la U è infernale.

3) Convenzionale. Un lettera ci trasmette un’idea perché esistono altre parole con un certo significato che iniziano o che contengono quella lettera. Ad esempio, in italiano la l è legata al concetto di luce per via di termini come luce, lume, brillante, illuminazione eccetera.

La r è vista come dura sia per quanto abbiamo detto prima sia per l’esistenza di parole che la contengono il cui significato è correlato alla durezza (aspro, tremare). La r è connessa anche al movimento rapido (rotolare, correre, rapido).

Come abbiamo visto, tra le parole fonosimboliche rientrano anche delle parole di senso compiuto. Sono interessanti quelle che, attraverso il suono del significante esprimono il proprio significato (naso, bomba, tamburo, abbaiare, fluido: eccetera).

4) Idefoni. Riproducono dei suoni. Sono tipici dei fumetti (slam, bang, smack).

Il fonosimbolismo può essere molto utile quando si tratta di naming. Soprattutto per i nomi inventati. Non si usa solo nel marketing ma anche in poesia.

NAMING E TEMPO

Non l’ho trovato da nessuna parte ma secondo me anche il tempo (non quello metereologico) può giocare un ruolo importante. O direttamente (esempio: Movimento 22 Ottobre) o in modo indiretto, di solito utilizzando il nome del santo del giorno.

Allargando un po’ il discorso, è prassi battezzare i trovatelli scegliendo questa soluzione.

Assuncion si chiama così perché è stata fondata il 15 agosto. Rio de Janeiro significa fiume di gennaio. Le due (o le tre?) Americhe sono ricche di casi così.

DOMINI

È importante anche che il dominio corrispondente al nome sia libero. Magari con l’estensione di dominio più adatta (.TV per una televisione, .io per le startup che si occupano di intelligenza artificiale, .wine per le enoteche eccetera). Ma .it, .com, .org, .net vanno benissimo.

Fatemi sapere se l’articolo vi è piaciuto.

Articolo correlato: La toponomastica fascista di Milano.

PS

Non mi occupo di naming ma ho imparato che la cosa più importante è che sia memorizzabile.

.

Rispondi