Ecco perché De Ketelaere gioca male

Brugge den 26 Juli 1911 (poster)

Perché De Ketelaere non riesce a giocare bene? Perché non si è ancora espresso come ci aspetta da lui? Dicono che dobbiamo aspettarlo e che quando sboccerà…

Spero abbiano ragione ma per adesso i 35 milioni investiti per acquistarlo non sono stati spesi bene. Mi auguro di avere torto.

BRUGES E DE KETELAERE

Ma perché sto parlando di calcio in un blog che si occupa di scrittura? Perché De Ketelaere è di Bruges e questo è il motivo delle sue difficoltà ad ambientarsi a Milano.

Qualcuno obietterà che non ho ancora risposto alla domanda.

Il fatto è che posso dimostrare quello che ho detto tramite la letteratura e il cinema.

E tramite un resoconto di viaggio. Molti anni fa andai a Bruges. Arrivai a metà mattina e contavo di rimanerci fino a sera. Prima della 1 (le 13) ero già sul treno per Anversa.

Intendiamoci: il centro è stupendo e le due chiese principali sono bellissime. Ho anche comprato un merletto per la mia mamma: Bruges è famosa anche per questo.

Ma per il resto la città mi ha deluso. E anche il centro l’ho trovato molto turistico. Invece, tutte le altre città belghe che ho visitato mi sono piaciute molto. Sono stato a Liegi, Arlon, Anversa, Kortrijk, Namur Mechelen e Gand.

A Bruxelles ci sono solo passato, per andare ad Anversa o all’aeroporto di Charleroi ma da quel poco che ho visto e da quello che mi hanno raccontato credo meriti qualche giorno.

Del resto, il motivo principale per cui sono andato a Bruges è stato un romanzo intitolato Bruges la morta, di Rodenbach.

Il libro è incentrato sul tema del doppio. Il protagonista è un vedovo che trova la pace dell’animo grazie alla tranquillità ,a di Bruges e al suo silenzio. Finché…

Il titolo è molto eloquente. Se avete visto In Bruges-La coscienza dell’assassino, probabilmente vi siete fatti la stessa impressione che trasmette il libro di Rodenbach, quella di una città non proprio adrenalinitica.

È vero, Pieter Aspe, il Simenon fiammingo, ambienta i propri gialli a Bruges ma non mi ha fatto cambiare idea. Anversa e Liegi sono un’altra cosa, due micro-metropoli.

Wikipedia conferma che Bruges è una città principalmente turistica (seppur con qualche industria e un porto, la cui storia meriterebbe un articolo) e ci informa che conta circa 118.000 abitanti.

DE KETELAERE, IL MILAN E MILANO

Lo stadio del Bruges, il club (in nederlandese, Club Brugge) in cui militava De Ketelaere prima di venire al Milan ha una capienza di 29.000 spettatori. San Siro di 78.000. Una differenza sostanziale, non trovate?

Ricapitolando: un ragazzo fiammingo di 21 anni passa da una cittadina turistica (il cui centro patrimonio dell’UNESCO) a una metropoli come Milano, da uno stadio abbastanza grande alla Scala del calcio e da un club che sta ai vertici in Belgio a un altro che, dopo essere tornato ai vertici in Italia, vuole farlo anche in Europa.

Non solo: a questo ragazzo fiammingo si chiede di dare un contributo importante al raggiungimento di questo obiettivo.

Inoltre, se non lo sapete, il livello della Jupiler League, la massima serie del campionato belga, è più basso di quello della Serie A.

Il fatto di essere stato presentato come un campione e come l’erede di Kakà non lo ha aiutato. Kakà quando è arrivato aveva davanti Rivaldo. Nessuno si aspettava che facesse subito la differenza. Secondo me, questo ha fatto sì che potesse inserirsi gradualmente e con serenità.

Il Genk

Inoltre, molti calciatori prima di andare in una big si sono fatti le ossa in squadre importanti ma che, almeno adesso, non si trovano ai vertici europei. Ad esempio, la trafila di De Bruine è stata: Genk, Chelsea (dove non ha brillato come fa ora), Werder Brema e Manchester City.

Ho scelto lui come esempio perché è fiammingo come De Ketelaere e perché il Genk ha sfornato molti giocatori importanti. Ne menziono un altro: Origi. Perché è belga e perché gioca nel Milan.

Kakà e Moggi

A proposito di Kakà, Moggi ha detto che non lo ha preso per via del nome. Ah, il naming...

POETI, CANTAUTORI E CALCIO

Chiudo con una carrellata di esempi che testimoniano il rapporto stretto tra il calcio e la cultura.

  • Il libro di poesie La solitudine dell’ala destra;
  • Una vita da mediano (Ligabue);
  • La leva calcistica della classe ’68 (De Gregori);
  • I New Trolls hanno scritto l’inno della Sampdoria;
  • Enzo Jannacci nomina il Milan in ben tre canzoni: Vincenzina e la fabbrica, Se me lo dicevi prima e Quando un musicista ride.

Ps

Ho visto delle immagini della partita che ha giocato De Ketelaere contro il Paris Saint Germain quando era al Bruges. Sono fiducioso.


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