Torniamo a parlare di rispetto delle regole della grammatica e dell’ortografia dell’italiano e lo facciamo recensendo L’anacoluto non è una parolaccia.
Si tratta di un libricino abbastanza breve e abbastanza datato: è stato pubblicato nel 2004. Ma anche senza andare a guardare il frontespizio si capisce che non è recentissimo. Infatti, sulla copertina reca il logo della Provincia di Milano, soppressa nel 2016 per lasciare spazio alla Città Metropolitana (sempre di Milano).
Al contrario, il contenuto che tratta (le regole della grammatica e dell’ortografia della lingua italiana, appunto) è sempre attuale.
Anzi, voglio anche elogiare la scelta di fare un libricino che si legge in poco tempo e che ha uno stile scorrevole. Inoltre, è esauriente. Almeno per le Devo però precisare che non si tratta di un manuale di grammatica.
E neanche vuole esserlo. Paola Iannacce, allora assessore alla cultura e beni culturali della Provincia di Milano lo dice esplicitamente nell’introduzione.
Questo piccolo manuale non ha la pretesa di essere un testo di grammatica completo e organico: come potrebbe esserlo del resto viste le sue ridottissime dimensioni? È invece solo un semplice vademecum, un insieme di consigli riguardanti alcuni punti chiave della nostra lingua.
Questo piccolo manuale non ha la pretesa di essere un testo di grammatica completo e organico: come potrebbe esserlo del resto viste le sue ridottissime dimensioni? È invece solo un semplice vademecum, un insieme di consigli riguardanti alcuni punti chiave della nostra lingua.
Qual è, allora, il suo fine? Secondo me, contribuire a creare un argine contro (uso ancora le parole di Paola Iannacce)
un lento degrado che si riflette in una banalizzazione lingua.
Recensione de L’anacoluto non è una parolaccia
È suddiviso in 19 capitoli, più un’introduzione e un’appendice.
Ecco l’elenco
La lingua la sa lunga
L’italiano ha saputo evolversi. Tuttavia, ci sono delle regole da rispettare.
Conviene darsi una regolata
Qual è il senso di queste norme? Perché esistono?
Fidarsi è bene, controllare è meglio
Quando scriviamo, il dizionario è uno strumento molto utile. Per fugare i dubbi, per non scrivere sempre gli stessi vocaboli. Invece, il correttore di Word (e altri strumenti simili, aggiungo) vanno usati con buon senso.
Si scrive perché o perché? Boh!
Qual è il ruolo degli accenti?
La Maria è promossa, il Paolo invece no
Come si usano gli articoli? Perché alcune parole vogliono l’articolo il/i e altre lo/gli?
I Santi si distinguono anche dall’apostrofo
Quando si mette l’apostrofo e a volte no?
Assassinii o assassini. A volte il plurale e micidiale
Quali sono le regole per la formazione del plurale? Quali sono le eccezioni?
I pronomi: un argomento scottante
Li sappiamo adoperare correttamente? Tra l’altro, a differenza di me (e non solo), gli al posto di a loro viene considerato sbagliato.
M o N? Scopriamo la differenza
Un ripasso di un paio di regole imparate alle elementari
L’anacoluto non è una parolaccia
Costrutto sintattico per cui il primo elemento appare, rispetto ai successivi, separato e messo in rilievo: io, purtroppo, mi sembra che non ci sia nulla da fare; Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro (Manzoni). [Oxford Languages).
Ha abbastanza successo in letteratura.
La congiuntivite e altre patologie verbali
Come scegliere il modo giusto? Qual è l’ausiliare corretto? Quando si mette il passato remoto e quando si adopera il passato prossimo? Al netto delle differenze regionali.
Le maiuscole. Attenzione alle stonature
Il titolo è eloquente.
I punti cardinali della punteggiatura
Qualche regola su quello che non bisogna fare e qualche indicazione su quello che si deve o che si può fare.
Parole ed espressioni da rottamare
Cose fastidiose. Attimino, gli intercalari, le frasi fatte.
La d eufonica: una consonante dalla vita sregolata
La d eufonica si dovrebbe mettere solo tra due vocali uguali.
Come prendere le preposizioni per il verso giusto
Domande che ci facciamo tutti.
Salviamo il mondo dal cerchiobottismo
Un po’ di diffidenza verso i neologismi.
L’Italiano è wonderful
Alcuni termini ed espressioni stranieri sono necessari perché non c’è un corrispondente in italiano. Altri si sono imposti sebbene esista un corrispondente nella nostra lingua. Di altri se ne può fare a meno.
Dulcis in fundo
Saluti, scuse e ringraziamenti.
Appendice
Mostriciattoli quotidiani
Siamo sicuri di non commettere questi errori? Dinnanzi al posto di dinanzi, vendesi al posti di vendonsi in caso di più articoli eccetera?
Questo libro è nato anche grazie alla collaborazione dell’Accademia della Crusca e della Società Dante Alighieri. Il testo è a cura di Armanda Capeder (ex docente di lettere, giornalista e scrittrice).
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