Il tone of voice è uno degli elementi che caratterizzano un’azienda, un brand o un prodotto. Facciamo questa distinzione perché non tutte le aziende sono brand e perché un’azienda può usare toni di voce differenti per due prodotti diversi.
Ad esempio, la Ferrero ne usa uno per i Mon Chéri e ne usa uno per la Nutella.
Non parliamo poi di quando si ha a che fare con una holding che controlla due aziende che fanno lo stesso tipo di lavoro rivolgendosi a due target diversi.
Il tone of voice non coincide con il lessico ma è qualcosa di più sfumato. Certo, a un certo tipo di lessico corrisponderà un certo tipo di tono di voce. Ma quest’ultimo va oltre la scelta dei vocaboli.
Fate una prova: scrivete la stessa frase con il punto fermo e con il punto esclamativo. Vedete che cambia? Nel primo caso si trasmette un’idea di serietà e anche un po’ di distacco, nel secondo trasmettono entusiasmo e coinvolgimento.
Il tono di voce può essere freddo caldo e neutro. Per ognuno di essi abbiamo una gamma di sfumature. Ad esempio, un tono di voce freddo può essere professionale, burocratico eccetera.
A CHE COSA SERVE IL TONE OF VOICE?
Quindi, il tone of voice indica non quello che si dice ma come lo si dice e aiuta a far riconoscere il brand che lo utilizza. Permette all’azienda di distinguersi e a noi di riconoscerla.
Possiamo dire che è uno dei fattori che servono a fare branding e anche a fare rebranding.
Uno degli elementi da considerare quando si sceglie il tono di voce è il pubblico di riferimento, sia dell’azienda sia dei prodotti nel caso in cui vi siano più target.
La Ferrero quando pubblicizza la Nutella parla in un modo perché vuole rivolgersi alle famiglie e quando pubblicizza i Mon Chérie parla in un altro modo perché si rivolge ad adulti visti non come genitori.
Quindi possiamo dire che il tov fa parte dello stile di un’azienda. È un po’ come se l’azienda ci parlasse e sentissimo il modo in cui lo fa. Come avviene con le persone.
Sincerità
Il tono di voce deve essere autentico e coincidere con lo con lo spirito aziendale ed è inutile e dannoso scimmiottare gli altri solo perché hanno più successo o perchéin quel momento storico tira più di un tono di voce invece di un altro.
Reputo che sia meglio una freddezza autentica che un calore fittizio, che un distacco sincero sia preferibile a una simpatia forzata.
Perché prima o poi il pubblico vi scopre e rimane deluso.
Molti anni fa, passavo spesso davanti a un negozio dove ogni giorno scrivevano una frase motivazionale su una lavagna ben visibile dall’esterno. Il tono di voce era caldo. Peccato che si siano dimostrati molto freddi.
Se non avessero voluto fare i simpatici e si fossero mostrati freddi fin dall’inizio non avrei avuto niente da dire ma così mi hanno deluso parecchio.
Una persona discreta e riservata non dovrà giocherà di utilizzare un tono di voce e uno stile entusiasti. Anzi, lo farà male.
La funzione del copywriting
Il tone of voice è uno degli elementi che servono a fare branding.
Un’azienda lo assume fin dall’inizio.
Tuttavia, nulla vieta di modificarlo, soprattutto se si vuole fare un rebranding.
Come abbiamo visto nell’altro post in cui abbiamo parlato di questo argomento, due toni di voce diversi possono creare azioni diverse anche se si parla della stessa cosa.
Un copywriter deve saper passare da un tone of di voice all’altro, in base alle esigenze dei suoi clienti, a prescindere da quello che utilizza per sé e per la propria comunicazione.
Vi potete rivolgere a me per testi il tov giusto.
Se preferite scriverli voi, vi posso fare una consulenza.
Lavorando soprattutto come ghostwriter, non posso mostrarvi tutti i lavori che ho fatto.
In compenso, potete leggere le recensioni e vi posso scrivere un testo di prova.